Cosa succede a chi ha più di 5.000 euro sul conto in banca? Ecco la risposta

Molti risparmiatori hanno sul conto più di 5.000 euro e sono orgogliose di aver raggiunto questa cifra perché, anche se per alcuni potrebbe essere poco, per altri può rappresentare un punto di inizio importante per poter avverare alcuni sogni: fare un viaggio in una meta che si desidera da tempo o pagare le rate dell’auto. Oppure, per un giovane, questi possono rappresentare una cifra rilevante per poter iniziare a vivere indipendentemente senza gravare sui genitori.

Non tutti lo sanno però che, appena si raggiunge questo “traguardo” sul conto, in banca avviene qualcosa. In realtà, proprio nell’ambito della trasparenza che deve esserci fra il cliente e la banca, quest’ultima deve comunicare tutto ciò che può avvenire sul conto (e quindi sui soldi) dell’intestatario. In genere è proprio durante la sottoscrizione del contratto che vengono indicate diverse voci di costo che si sosterranno per la “tenuta” del conto o al raggiungimento di certe cifre.

In particolare, quando si possiedono più di 5.000 euro sul conto, il cliente dovrà pagare un’imposta di bollo, il cui importo è variabile e vedremo fra poco da cosa dipende ma anche cosa significa e cosa comporta effettivamente al risparmiatore. Ovviamente questa imposta di bollo non deve “limitare” il possessore del conto a non mettere da parte del denaro.

Cosa succede a chi ha più di 5.000 euro sul conto: l’imposta di bollo

Chi ha più di 5.000 euro sul conto è tenuto a pagare l’imposta di bollo sul conto corrente. Questa è entrata in vigore nel 2021 a seguito di una modifica che ha interessato vari strumenti finanziari. Si rivolge a tutti i possessori di conto corrente, sia persone fisiche sia persone giuridiche.

L’imposta di bollo viene applicata a tutti i conti corrente, quindi anche libretti di risparmio e conti postali. Viene pagata direttamente all’Agenzia delle Entrate dall’istituto di credito che trattiene proprio l’importo dovuto dal conto corrente del cliente quando avviene l’emissione dell’estratto conto o del rendiconto. Oltre a questa imposta, poi, c’è anche quella sulle carte di credito e sulle prepagate.

Infatti, qualora si usasse la carta per effettuare degli acquisti del valore di 77,47 euro, allora bisognerà pagare 2 euro, che verranno direttamente detratte in fase di addebitamento dell’estratto conto. Ma ogni quanto si paga l’imposta di bollo e a quanto ammonta? Sicuramente sono informazioni che un risparmiatore vuole e deve sapere.

A quanto ammonta l’imposta di bollo e quando si paga

Il pagamento dell’imposta di bollo può essere di tipo annuale oppure essere scaglionato in base all’invio degli estratti conto (mensile, trimestrale o semestrale) e a quanto è stato stipulato nel contratto con l’istituto di credito. A prescindere dal periodo di rendicontazione, comunque, per le persone fisiche l’imposta di bollo è di 34,20 annui.

Si paga quando la giacenza media, nei vari periodi di rendicontazione, supera i 5.000 euro sul conto. Quindi, se per caso la rendicontazione avviene ogni anno, il calcolo della giacenza media avverrà a fine anno e sarà allora che dovrà avvenire il pagamento dell’imposta di bollo. Se invece l’estratto conto arriva con cadenza trimestrale sarà diverso.

Il titolare del conto dovrà infatti corrispondere 34,20 divisi in 4 pagamenti da 8,55 euro, sempre da pagare solo se si superano i 5.000 euro sul conto. Se infatti si possiede di meno sul conto, non dovrà essere pagata nessuna imposta di bollo. Per le aziende o le società, l’imposta non è di 34,20 euro ma di 100,00 euro.

Come non pagare l’imposta di bollo sul conto

Ci sono alcuni casi in cui l’imposta di bollo non si deve pagare e un risparmiatore deve conoscerli. Innanzitutto è chiaro che il pagamento non è dovuto quando non si raggiungono i 5.000 euro sul conto oppure se il conto è in negativo. Ancora, se si è titolari di un conto corrente base, che è più limitato a livello operativo ed ha spese inferiori rispetto a quello tradizionale. In genere questa tipologia è infatti riservata a chi ha un ISEE inferiore a 11.600 euro.

Se si è titolari di un conto IMEL (Istituti di Moneta elettronica) o di un conto presso un istituto di pagamento, allora verrà applicata un’imposta di bollo di 2 euro quando la somma supera i 77,47 euro. Infine, alcune banche, pagano l’imposta di bollo per il correntista e quindi a lui non sarà dovuto nulla.

Discorso a parte invece per chi ha più conti correnti: in questo caso invece verrà effettuata la giacenza media su tutti i rapporti dell’intestatario e se la somma è di 5.000 euro o più, bisognerà pagare l’imposta per due volte quindi 34,20 euro + 34,20 euro, anche se uno dei due conti ha una giacenza media inferiore dell’altro.

Conclusione

Avere 5.000 euro sul conto è un traguardo importante, specie per chi, per esempio, ha appena iniziato a lavorare oppure per un giovane. Non è una somma elevatissima per acquistare un’auto o richiedere un mutuo ma è una buona base di partenza per chi vuole iniziare a risparmiare in vista di spese importanti da affrontare nel futuro.

Comunque, una volta che si raggiungono i 5.000 euro sul conto o più, il correntista dovrà pagare un’imposta di bollo da 34,20 euro all’anno oppure in base a quando avviene l’emissione l’invio degli estratti conto (mensilmente, trimestralmente o semestralmente). Una cifra “irrisoria” che comunque l’istituto di credito scala direttamente dai soldi del risparmiatore.

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